Così parlò MKDIESIS - un articolo per Dark e per nessuno

Tempo, se dovessimo indicare l'elemento supremo che regola le nostre vite non potremmo far altro che indicare esso come giudice della nostra esistenza. Par strano come qualcosa di così astratto ed invisibile agli occhi svolga altresì un ruolo così determinante nella Vita di ogni essere, vivente o meno; eppure il tempo che noi tutti maneggiamo quotidianamente altro non è che l'unità con cui misuriamo il trascorrere della nostra vita sulla terra. Per alcuni è un atto che l'uomo si impone per auto-determinarsi nello spazio, per altri invece rappresenta la sola ed unica Divinità che valga la pena riconoscere.

Mi trovo, dopo giorni di intensa meditazione, ad un passo dalla comprensione di tale verità e non posso fare a meno di riflettere se in fondo è questo ciò che voglio veramente: la verità potrebbe rivelarsi un peso insostenibile per me, un peso tale da gettarmi nella disperazione più assoluta. Eppure so, e non me ne spiego il motivo, che il mio compito è questo e non posso tirarmi indietro dal portarlo a termine..e come se avessi già compiuto quest'atto, ed è come se dovessi compierlo altre innumerevoli volte..

- Se la vita non fosse soltanto un percorso lineare, retto, l'inizio e la fine di una storia con un ampio interludio nel mezzo, ma fosse invece un percorso circolare e ciclico dove inizio e fine sono costantemente intercambiali fra loro? Se ci svegliassimo un giorno e capissimo che tutto ciò che abbiamo vissuto lo rivivremo ancora e ancora, uguale nell'eterno ripetersi degli eventi, che cosa faremmo? Assaliti dalla disperazione e dal nichilismo più oscuro finiremmo per perdere la volontà di far parte di tutto questo o semplicemente ci adatteremmo ad un gioco ben più grande di noi?

"L'eterno ritorno dell'uguale": concetto affascinante e spiazzante allo stesso modo, capace di attraversare i secoli e tornar presente proprio come enuncio immanente di ciò che ne sostiene la teoria. Ed oggi io sono pronto ad assumerne il peso, per il bene dell'umanità. 
Winden, Germania, 19??...Corro trafelato fra sterpaglie e foglie rinsecchite in questo freddo Autunno, verso il punto di non ritorno situato all'interno delle famose grotte fuori città...un misterioso individuo mi ha rivelato che questo sarà il mio compito, dirigermi alle grotte e scoprire l'origine del Tempo. Egli sostiene che lì nascosta vi è una macchina del tempo in grado di disvelare il segreto dietro lo scorrere delle nostre esistenze. Eccomi giunto a destinazione, è da qualche minuto che cammino fra le nude rocce in cerca della Verità...la mia ombra proiettata sulle pareti mi tiene compagnia, mentre i mie passi riecheggiano confondendosi con quella che sembra una litania sempre più vicina:

"Nel tuo eterno cammino quello che insegui non c'è;
senza un fine può esistere la vita. si completa nell'arco di un giorno.
Misera ombra, vuoto riflesso dell'io
non ti serve capire la forza che mi spinge a cercare nel mondo."
Ed ecco ciò che ho a lungo cercato, fra l'incavo delle pietre riflette di luce ciò che lo Straniero chiama la macchina del tempo. Mi avvicino cauto, la litania che proviene dal suo interno prosegue: 
"No, non continuare il cammino per le strade che non hanno fine;
Tu già vedi in me
quello che mio padre, Dio, ti insegnò.
Forse nemmeno tu
credi a quello che non ti creò mai.
Ama la tua terra, nel suo ventre Dio si formerà"

La strana macchina del tempo disvela i suo contenuto: un cartoncino di forma quadranta contenente al suo interno un disco circolare. Una figura formata da altre figure reca su di essa una scritta che recita una strana formula..forse recitandola ad alta voce svelerò la verità: " Museo Rosenbach, Zarathustra".
                                                                                Non aprire fino al 02/01/2020

- Così si conclude la lettera lasciatami dal mio pro-zio, e dopo averla letto non posso fare a meno di rimanerci di sasso: a quanto pare aveva previsto che nel primo articolo targato 2020 vi avrei parlato di DARK. E non solo, visto che ha indovinato anche il tramite musicale che vi avrei consigliato per fruire al meglio di questa straordinaria serie tv: sto parlano del capolavoro "Zarathustra" LP composto dal Museo Rosenbach più di trent'anni fà. Che le teorie di DARK siano fondate? Che il mio pro-zio sia stato in realtà il me del futuro?

 DARK, giunto alla seconda stagione e in vista della terza e conclusiva parte si rivela essere una delle migliori serie degli ultimi anni, in grado di proporre una variegata quanto incisiva storia partendo da spunti filosofici e teologici che difficilmente sono stati portati sul piccolo schermo in maniera così convincente e originale. Sul destino dei protagonisti si erge "l'eterno ritorno degli eventi", l'immutabilità del destino che però può essere vissuto abbracciandone gli sviluppi in maniera differente, il ruolo che ognuno di loro ha nel corso della storia e il TEMPO, vero e proprio protagonista in sottotraccia (ma nemmeno troppo) della serie. Tutto parte da una piccola cittadina tedesca, sita nelle vicinanze di una centrale nucleare, dove la vita di cinque famiglie è intrecciata inestricabilmente fra loro, complice una lunga serie di bugue e misteri che pare partano proprio dall'origine della cittadina stessa; qui, infatti, periodicamente avvengono strani casi di scomparse di bambini ed è proprio da una di queste scomparse che si dipanerà la storia.

Non solo filosofia e teologia ma anche la scienza gioca il suo ruolo determinante nello svolgersi degli eventi, infatti si scoprirà che attraverso un worm-hole generato da un dato avvenimento sarà possibile viaggiare nel tempo, ma soltanto di 33 anni, cifra niente affatto casuale e cosa che permetterà di compendere come tutto quanto ciò che vediamo sia il disegno complesso messo in campo da forze superiori ma ancora umane, troppo umane, per sfiorare la divinità. DARK è un'infinita sequenza di domande che si rincorrono per tutto il corso delle due stagioni e non è affatto semplice venire a capo di qualcosa se non si osserva attentamente lo schermo; paradossalmente nell'epoca del usa-e-getta, del consumo rapido di intrattenimento, DARK si erge come un unicum dove è impossibile guardare con sufficenza un episodio se si vuol andare a fondo della questione. 

Questa serie ci costringe a spostare tutta la nostra attenzione ad essa, ad utilizzare laboriosamente il cervello per comprendere quello che Baran bo Odar e Jantje Friese hanno sceneggiato con tanta maestria, tratteggiando un mondo tanto coinvolgente quanto incasinato; sono riusciti laddove in molti hanno fallito, vale a dire coinvolgere totalmente i fruitori della loro opera. Se DARK predica l'indissolubilità del destino e la ciclicità della vita, ebbene i suoi autori hanno scelto di concludere questo viaggio in maniera lineare: la storia si dipana su tre stagioni e che sia un successo o meno finirà in tre stagioni. Già questo dovrebbe bastare per convincervi della bontà di questo capolavoro. Non mi dilungo oltre, perché soltanto dandomi fiducia e guardandovi il destino degli abitanti di Winden su piccolo shermo potreste apprezzare al meglio questo fiore in mezzo ad un mare di letame contenutistico che la tv ci rifila quotidianamente.

Vi confesso che per accompagnare al meglio la visione ci sarebbero innumerevoli spunti da elencarvi per potenziare gli effetti dirompenti che questa serie sarà in grado di stimolarvi, ma il più efficace fra essi si rivela quello musicale. Se la musica riesce a "rompere" lo scorrere del tempo, pur essendo intessuta su esso, allora riesce in maniera del tutto efficace anche a distaccarci dal presente, condizione necessaria per comprendere le tematiche complesse che sorreggono la struttura di DARK. Ebbene un esempio in campo musicale riuscito, in grado di comunicare le medesime sensazioni e teorie presenti in DARK, è un LP composto da grandissimi musicisti quali sono i membri del Museo Rosenbach.

Questa straordinaria band è riuscita a condensare gli scritti presenti in "Così parlò Zarathustra" di Federico Nietzsche in un bellissimo album composto da soli cinque pezzi, certo senza l'arroganza di svelare un pensiero puramente dinamitardo come quello del filosofo, ma in grado di trasmettere la complessità delle parole in musica, quella stessa musica che Nietzsche indicava come forma artistica suprema. Le teorie e i moniti presenti in questo album, rifacendosi al saggio filosofico del Federico, scolpiscono con la giusta intensità un lavoro eccezionale. DARK è riuscito a fare altrettanto cambiando medium di riferimento, introducendo anche concetti presi da altri scritti del filosofo senza per questo vincolarsi totalmente ad esso. Vi invito quindi a provare due soluzioni diversissime fra loro per indagare la natura del Tempo che sovrano tratteggia il nostro destino, immergendovi in due opere fuori dal Tempo stesso immensamente futuristiche e Vintage allo stesso modo... perché in fondo qual'è la differenza fra passato, presente e futuro se non i protagonisti che ne determinano lo scorrere da un capo all'altro della storia?

Qual modo migliore per iniziare il nuovo anno se non augurandovi di viverlo molteplici volte!


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