"Ed eccoci alle fasi più concitate del match; Misawa è appena entrato dietro tag del suo compagno Go Shiozaki e in questo momento sta affrontando con una serie di bracci tesi Akitoshi Saito..ma ecco che Saito reagisce; blocca Misawa in clinch e cerca di ribaltarlo con un roll up veloce e molto tecnico, attenzioneeee..conto di due! Misawa si rialza, assesta due dei suoi tremendi high kick, poi assesta un poderoso calcio al ventre di Saito che si piega letteralmente a terra..Misawa lo prende, vuol caricarlo per eseguire il famigerato Tiger Suplex, ci riesceee..no!, Saito si libera e si porta velocemente dietro Misawa, lo abbranca alla schiena eeee..sì, connette con una fulminea belly to bach suplex!! Straordinari!! il pubblico è in visibilio; Saito si avvicina a Misawa..che succede! il fù Tiger Mask sembra aver subito particolarmente il colpo...è rimasto immobile a terra, l'arbitro è disteso vicino a lui..Saito sembra perplesso, si avvicina anche lui a Misawa; l'arbitro chiama clamorosamente la fine dell'match e fà segno ai medici di intervenire...signori, a quanto pare Misawa sembra essersi infortunato seriamente, il suo corpo non risponde..non so cosa dire...forza Misawa, forza Tiger Mask"
Da quel suplex, Mitsuharu Misawa uno dei massimi esponente del puroresu, non si rialzerà più; poco dopo, nonostante il tempestivo intervento dei medici, il wrestler verrà dichiarato morto. Era il 13 giugno del 2009, data funesta per il wrestling mondiale: una mossa che Misawa aveva contribuito ad innovare, e che aveva subito migliaia di volte nel corso della sua carriera, porrà fine alla sua vita all'età di soli 47 anni. Con la sua morte finirà l'epoca d'oro del wrestling Giapponese e morirà anche il Diavolo giallo, questa volta in maniera definitiva.
Ma andiamo con ordine: il vostro MKDIESIS questa volta ha deciso di rendere omaggio ad uno dei più famosi ed amati manga ed anime provenienti dal Sol Levante, un opera che con la sua influenza ha cambiato per sempre i manga sportivi e anche la stessa società Giapponese, e che anche qui da noi ha riscosso un seguito ed un'amore sconfinato; Un'opera intimamente Vintage che quest'anno compie cinquant'anni dalla sua pubblicazione: sto parlando ovviamente dell'Uomo Tigre. Credo che chiunque di voi abbia visto almeno l'anime, oppure ne abbia sentito parlare, indipendentemente dalla vostra età l'Uomo Tigre per qualche sera è entrato in casa da voi, lui che "solitario nella notte và, se lo incontri gran paura fà" come cantavano I Cavalieri del Re in una delle sigle più belle ed iconiche di sempre. Ebbene il capolavoro di Ikki Kajiwara raggiunge il mezzo secolo di vita ed è vivo più che mai, tanto che due anni fà venne festeggiato con la messa in onda di Tiger Mask W, ideale seguito del fantastico manga di Ikki sensei.
Voglio soffermarmi un attimo sulla figura rivoluzionaria che fù personificata da Ikki Kajiwara, uno sceneggiatore tanto monodimensionale quanto dinamico: nel caso non lo sapeste non solo ha creato il Demone Giallo, ma ha dato vita al manga da noi conosciuto come Tommy la stella dei Giant, e soprattutto ha partorito quella gran faccia da schiaffi di Rocky Joe, tre opere che di fatto hanno inventato lo Spokon Manga (il manga sportivo) o che hanno in qualche modo segnato la via che molti mangaka hanno percorso inventando altre storie a tema sportivo. Tanto per farvi capire Capitan Tsubasa, l'opera più conosciuta di tale genere, ripercorre alcune regole chiave dei lavori di Kajiwara come ad esempio l'esasperazione e l'iperbole atletica dei protagonisti - avete ancora in mente il calcio della tigre di Landers? Si vede che non ricordate il doppio calcio volante eseguito imboccando due bidoni di latta ai piedi da parte di Tiger Mask -. Alcune tematiche del sensei Kajiwara si sono ripetute nel corso degli anni in tutte le opere da lui sceneggiate, oltre alle caratteristiche che vi ho enunciato poco sopra bisogna ricordare che tutte le sue storie prendono vita nel Giappone uscito distrutto dalla guerra, con i suoi sfondi sudicemente permeati dalla miseria e dalla povertà; l'ossessione provata dai protagonisti verso lo sport che eseguono, con una vera e propria etica figlia dell'ideale del Bushido (la via del Samurai) con la quale i protagonisti di tali opere si confrontano quotidianamente; lo sfoggio di una forza d'animo che porta i Nostri ad affrontare le avversità della vita in una catarsi che trasforma lo sport, l'attività agonistica, in una vera e propria guerra all'ultimo sangue fatta di battaglie che ad ogni vittoria donano a nuova vita i vincitori; ed infine, cosa quantomai sintomatica dello stile del sensei, esistono solo il protagonista e l'antagonista..tutto il resto è solo un fondale coreografico che serve a far risaltare le battaglie interiori dei Nostri..storie d'amore? Puah, nei lavori del sensei c'è spazio solo per l'individualismo del Samurai che compie il suo destino.
E cos'altro è la maschera della tigre indossata da Naoto Date se non una katana sfoggiata da un Ronin? Naoto Date ossessionato dalla forza, tanto da scappare e sottoporsi al terribile allenamento decennale con Tana delle Tigri pur di vendicarsi contro le ingiustizie cui gli orfani di guerra come lui sono continuamente sottoposti, un bambino privato dell'amore che desidera la forza per scacciare l'amore di una famiglia che non ha mai potuto abbracciare; lo stesso Naoto Date che, venuto a conoscenza di come due suoi vecchi compagni di orfanotrofio stiano per perdere la casa, decide di tradire Tana delle Tigri per assicurare a quei bambini un futuro di amore che sfoggiando soltanto un'incredibile forza non basta ad ottenere. Tigre indossa la maschera come simbolo di giustizia, disposto anche ad esibirla come sudario pur di cambiare la vita di semplici sconosciuti solo perché si rivede in loro...e allora le minacce del crudele Mister X non lo spaventano più di tanto. Nel corso del manga Naoto compirà una metamorfosi che lo porterà a lasciare la strada della vendetta per quella della giustizia, il Demone Giallo diventerà un lottatore giusto, valoroso e pronto a tutto pur di vincere il proprio destino e quello solitario dei "suoi" orfani, imboccando la sua personale Via del Samurai.
Visti con gli occhi di oggi un'opera come Tiger Mask rischierebbe di sembrare decisamente datata, se non altro per il tratto di Naoki Tsuji che personalmente trovo piacevole, ma si farebbe un grandissimo errore a cassare un'opera unicamente perché possiede uno stile illustrativo ormai superato: quei disegni trasmettono un realismo ed un lirismo che stili attuali non saprebbero trasportare su carta. Poi, da quando in qua si giudica male un'opera perché stilisticamente datata? E poi tizi del genere si dicono appassionati di manga, tzé. Ma torniamo a quanto scrivevo all'inizo del mio soliloquio: l'Uomo Tigre fù un successo talmente grande, talmente enorme, che la federazione di Wrestling Giapponese più rinomata decise di aquisirne i diritti e portare il Demone Giallo a calcare i ring anche nel mondo reale; nel corso degli anni '80 Satoru Sayama indossò la maschera della tigre divenendo in breve tempo una leggenda fra i pesi leggeri di tutto il mondo..Tiger Mask divenne un mito non solo su carta, ma anche in carne ed ossa.
Tuttavia se si vogliono trovare dei punti di contatto fra l'epica, il dramma ed il valore de l'Uomo Tigre e la sua controparte umana, bisogna spostarsi di qualche anno e vedere chi raccolse la maschera dalle mani di un Sayama stanco di vedersi superato in fama dal suo alter-ego; per interpretare Tigre venne scelto un giovane wrestler che vantava un'ottimo trascorso nella lotta amatoriale e necessitava della giusta spinta per far valere le sue indubbie qualità: quel giovane, quanto talentuoso atleta, fù Mitsuharu Misawa. Egli interpretò al meglio l'Uomo Tigre tanto da ricordare, pur senza le vicissitudini del personaggio, anche il Naoto Date del manga. Personalmente ritengo Misawa, da appassionato di wrestling quale sono, l'unico vero atleta che seppe coniugare al meglio la realtà dell'agonismo alla finzione del personaggio, tanto da divenire un tutt'uno con la maschera della tigre..tanto da far realmente vivere lo splendido personaggio ideato da sensei Kajiwara, con i suoi complessi, la sua voglia di vincere le sfide che superava di gran lunga la paura dell'infortunio; innumerevoli rischi corse Misawa, nonostante il suo stile pulito e tecnico, ma antepose sempre lo spettacolo alla sua incolumità in un wrestling (il puroresu giapponese) molto diverso e più pericoloso rispetto a quello americano con cui molti di noi sono cresciuti quando su Italia 1 non si facevano vedere solo tette, culi e cazzoni.
Passarono gli anni e il peso dell'eredità di Sayama, il peso della maschera del tigre, cominciarono a farsi sentire; Misawa voleva passare fra i pesi massimi e fù l'unico Tiger Mask a farlo, pur fallendo clamorosamente. Era stufo, si sentiva in gabbia ed una tigre quelle inferriate le patisce, nonostante tutto: così durante un match di coppia svolto assieme a quello che sarà uno dei suoi più grandi rivali, decide di sconvolgere tutti quanti facendosi smascherare e buttando con rabbia e con senso di liberazione quella maschera -che per diversi anni cinse il suo volto - lontano da lui. Da allora diversi lottatori indossarono i panni di Tiger Mask ma nessuno riuscì ad entrare nei cuori degli appassionati e il personaggio divenne una semplice macchietta da far rimbalzare come semplice attrazione tra le corde. Misawa proseguì la sua carriera nei pesi massimi e scrisse pagine di storia della disciplina, divenendo una leggenda fra i più famosi, innovativi e titolati wrestler al mondo combattendo in ogni dove; un nome così importante e famoso da portarsi via quasi tutti i lottatori della sua vecchia federazione quando se ne andrà per fondare la Pro Wrestling NOAH, realtà tutt'ora vivente anche se in crisi.
Nonostante il passare degli anni tutti gli appassionati di puroresu continueranno ad identificare Misawa come IL Tiger Mask per eccellenza, e quest'ultimo, finalmente in pace con sé stesso, ne farà motivo di grande orgoglio tanto da rispolverare manovre e mosse che era solito utilizzare quando vestiva la maschera del Demone Giallo; arriviamo così alla fatidica notte del 13 giugno del 2009. Una notte come tante votate al miglior puroresu tecnico e spettacolare con Misawa pronto a far coppia con Go Shiozaki per fronteggiare Bison Smith e Saito; tutto procede secondo i piani, l'incontro pian piano si accende e dimostra le indubbie qualità dei wrestler in gioco, con un Misawa come al solito straordinario Samurai del ring sempre pronto al sacrificio pur di riscaldare i cuori degli appassionati. Le sue movenze, le sue mosse richiamano alla memoria i tempi lontani in cui vestiva di giallo e nero, la sua tempra trae lo spirito di Naoto Date direttamente dalle pagine di Kajiwara...purtroppo trarrà anche la tragica sorte destinata al rinnegato di Tana delle Tigri. A inizio articolo ho provato a mettere per iscritto le sensazioni del telecronista che commentava l'incontro, lo stupore per l'epilogo di quella battaglia che sicuramente provò lui così come tutti i presenti all'arena: un suplex, di quelli che Misawa eseguì innovandone lo stile innumerevoli volte - tanto che una variante di quella mossa era la famigerata Tiger Suplex - gli fù fatale. Egli non riuscì ad attutirne la caduta in maniera ottimale, oppure Saito esegui la manovra in maniera troppo stiff (forte, in gergo) fattostà che su quel ring, che per anni lo vide protagonista, dopo averci lasciato sangue e sudore ci lasciò anche la vita. Il destino tragico di Misawa si compì così come quello di Naoto Date tempo prima.
Per ironia della sorte nel manga di Kajiwara Naoto riuscì a compiere la propria missione distruggendo la sua nemesi e Tana delle Tigri, perendo tuttavia in un incidente stradale; alla fine Naoto divenne carnefice e mostrò il lato più crudele del suo animo, tanto che smise la maschera per la vergogna, lasciando il Giappone con il rimorso di non essere morto in maniera onorevole sul ring. Sorte toccata al suo interprete più riuscito nella realtà, quel Misawa che riuscì laddove Tiger Mask aveva fallito: mantenere intatti i propri ideali e lasciare questo mondo nel luogo che più di ogni altro fù casa sua; mi piace pensare che anche se la sua morte fù un incidente il grande Misawa avrebbe tanto voluto concludere la sua vita così...superando egli stesso Tiger Mask.
Bene, anche per questo articolo siamo giunti all'epilogo: per dovere di cronaca sono stati tratti due anime successivi al Tiger Mask originale, non all'altezza dell'opera di Kajiwara così come ci sono stati altri tre interpreti successivi a Misawa, anch'essi non all'altezza. I fili che legano questi due Samurai del ring, come avrete constatato, sono innumerevoli e aiutano a capire un tanto in più come spesso i confini fra realtà e fantasia non siano altro che deboli solchi tracciati su sabbia.
Voglio lasciarvi con un'augurio personale: non posso far altro che sperare un giorno di condividere il vascello di cap. Vintage con persone straordinarie come lo sono state, fra le pagine di un manga Naoto Date, e le pagine della vita Mitsuharu Misawa.
In alto i boccali mozzi!! Al prossimo Suplex!!
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